Only Yesterday

Lunedì 26 Aprile, per la rassegna cinematografica “Io abito qui –  chi costruisce la città”, dalle ore 21.30 al Centro Don Bosco verrà proiettato Only Yesterday, film animato giapponese del 1991. Ecco la scheda del film. Ingresso gratuito!

 

 

 

 

 

Only Yesterday

 

Titolo originale: Omohide poro poro
Paese: Giappone
Anno: 1991
Durata: 118 min.
Regia, animazione e sceneggiatura: Isao Takahata.
Produzione: Studio Ghibli.

Riassunto
Omohide Poroporo (traducibile con Ricordi goccia a goccia oppure Gocciolano i ricordi) narra in parallelo la storia della Taeko di oggi (nel 1982), una donna di 27 anni, impiegata presso una grande azienda in procinto di prendersi un periodo di vacanza e della Taeko di ieri (nel 1966), dei suoi desideri e della sue illusioni.

 


Critica

Tutto il film è incentrato sulla contrapposizione tra presente e passato, come un flusso di coscienza per immagini, che mette a confronto l’infanzia con l’inizio della maturità, e ci fa riflettere se siamo diventati la persona che avremmo voluto essere kasyna polska quando avevamo dieci anni, se il debito con il nostro “bambino interiore” sia stato saldato o meno.
I due piani narrativi continuano a intersecarsi, e con il procedere del viaggio della “vecchia” Taeko (in campagna, lontano dalla caotica Tokyo, da alcuni parenti del marito di sua sorella) apprendiamo come si è attestato il suo presente, i motivi sottili per cui la sua vita ha preso le strade che ha preso. Una riscoperta che ha il sapore di una sorpresa, di un qualcosa di totalmente nuovo, inebriante. Non un disordinato e casuale flusso di coscienza, quanto un’analisi dolce e imparziale sulle ragioni del proprio presente.

 

Il film è denso di colori durante la rappresentazione del presente, in contrasto con i tenui acquarelli utilizzati durante i racconti dei ricordi d’infanzia. Le scene dei ricordi infatti sono caratterizzate per volontà registica da personaggi dai colori nitidi e ben a fuoco che si stagliano su fondali appena accennati e dai contorni soffusi. In un film in cui dominano i ricordi e la nostalgia che essi provocano i silenzi sono la prerogativa essenziale sulla quale il regista Isao Takahata ama giocare, come se volesse seguire i lenti e silenziosi tempi della natura che circonda la protagonista durante il suo soggiorno contadino. Molto particolare la colonna sonora utilizzata per il film che spazia fra temi scritti appositamente e l’impiego di motivi popolari tradizionali come gli stornelli italiani o la musica contadina ungherese.